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Si dice che ci siano dei giorni, nell’arco dell’anno, in cui il mondo terreno e quello spirituale si avvicinano a tal punto da potersi toccare. La barriera che li divide si assottiglia, e le due realtà entrano in contatto.
Due di questi giorni sono Ognissanti e la vigilia di Calendimaggio, il terzo, invece, è il giorno del Solstizio d’Estate.
Il Solstizio d’Estate, tra i giorni più lunghi dell’anno, è sempre stato celebrato come giorno della luce e della terra con festività e rituali pagani prima, e cattolici poi. In Europa, infatti, molti sono i paesi che festeggiavano questo giorno già prima del diffondersi della religione cristiana. Poi, con l’avvento del cristianesimo il giorno del Solstizio è divenuto la festa di San Giovanni Battista, anche se i riti celebrati sono rimasti molto simili per pensare che siano frutto di qualcosa di nuovo.
Nelle regioni del Nord Europa si celebra il Midsommar o Midsummer (mezza estate) all’incirca nello stesso periodo, tra il 21 e il 25 Giugno.
In Svezia è chiamato Midsommar, in Finalndia Juhannus (da San Giovanni), in Norvegia e Danimarca Sankt Hans Aften. I Celti, invece, festeggiavano il Litha.
Qualunque sia la tua meta per partecipare ai festeggiamenti del Solstizio d’Estate, troverai sempre degli elementi comuni: luce o fuochi, erbe, cibi locali e danze.
Il solstizio d’estate in Svezia
La Svezia è lo stato più noto per la celebrazione del solstizio. Più che del solstizio, del Midsommar, quasi elevato a festa nazionale.
Le città si svuotano, gli uffici chiudono, il caos urbano si cristallizza. Chi può torna a casa, nel paesino di provincia con verdi distese d’erba e fiori colorati. Altri si preparano ad un weekend fuoriporta, sulle isole dell’arcipelago, non curanti delle condizioni meteo propizie o avverse.
Durante il Midsommar il contatto con la natura è massimo. In questi giorni di solstizio, in cui la luce la fa da protagonista, non è possibile non festeggiare all’aria aperta.
Si prepara il midsommarstång, un palo a forma di croce ornato di fiori di campo e ghirlande e lo si issa in uno spazio aperto come perno della celebrazione. Attorno al midsommarstång si balla, si canta, si mangia con onore alla bella stagione, alla terra e alla speranza di buoni raccolti. Ci si veste di bianco, per accogliere la luce, e le ragazze sfoggiano corone e ghirlande di fiori come favore alla fertilità.
Il cibo, ovviamente, non può mancare, polpette in abbondanza, patate novelle, aringhe in salamoia e salmone. Le fragole (ingrediente principale della jordgubbstårta) chiudono il sipario, facendosi trasportare da alcol in gran quantità tra birra e snaps.
In Finlandia il sostizio d’estate è Juhannus
La festa finlandese che onora l’estate deve il suo nome a San Giovanni e alla tradizione cristiana, ma l’anima di questa giornata ha un’origine molto più antica, devota a Ukko, dio del lampo e del tuono, della fertilità.
Anche qui la luce, il fuoco e il sole sono protagonisti. Si accendono dei grandi kokko, o falò, che bruciano il vecchio e le erbe secche della stagione andata per lasciare spazio a quella che viene.
I finlandesi amano passare la festa del solstizio d’estate in famiglia, nei mokki, i loro tipici cottage in legno rosso. L’importante è rilassarsi con pasti sostanziosi e saune liberatorie.
Si dice che in questa ricorrenza, ancora oggi, le giovani donne siano solite seguire dei rituali magici per conoscere il loro vero amore, raccogliendo sette erbe di campo in sette diversi prati, riponendole sotto il cuscino ed attendendo il sonno per vedere il volto dell’amato apparire.
Il solstizio d’estate e il 24 Giugno: Norvegia e Danimarca
In Norvegia e in Danimarca il solstizio d’estate si festeggia il 24 Giugno, il giorno di San Giovanni. È per questo che il nome della festa in questi paesi è Sankt Hans Aften.
Anche qui la celebrazione vede protagoniste le famiglie riunite, i pranzi abbondanti, i canti e i balli. In Norvegia è usanza erigere il Maistangens, un palo molto simile al cugino svedese, che sarà baricentro dell’intera festa.
In entrambi i paesi la tradizione prevede l’accensione di grandi falò in cui ognuno getta delle bambole o dei vecchi fantocci da bruciare, così da esorcizzare gli spiriti maligni e chiudere la via agli eventi bui del passato. Si comincia così una nuova vita, un nuovo anno.
Il giorno di San Giovanni e il Litha
I Celti erano soliti celebrare il giorno del solstizio d’estate tributando i loro festeggiamenti alla dea Litha, da cui la loro festa prende il nome. La loro tradizione pagana, come per altri popoli, è stata plasmata a seconda delle necessità cristiane, trasformando il Litha, ancora una volta, nel giorno di San Giovanni.
Tuttavia, i principali rituali e manifestazioni non sono cambiati.
Il vischio ricopre un ruolo fondamentale: viene raccolto e bruciato in grandi falò in segno di buon augurio, come i fantocci danesi, permette di lasciar andare ciò che è stato ed accogliere ciò che verrà. Le danze, i canti e il cibo, poi, ovviamente non mancano.
Sebbene la festa di San Giovanni sia molto diffusa negli ex-territori celtici, c’è ancora chi segue il culto pagano e onora gli antichi rituali, tra i quali fare il bagno nudi, per depurare gli eventi maligni accumulati nell’anno. Quindi, niente paura, se incappate in qualche rotondità scoperta in questo periodo, potrebbe trattarsi di un rituale di vecchia data!
Il solstizio d’estate come passaggio
Che siate nella penisola scandinava, in Danimarca, in Bretagna ma anche, perché no, in qualche valle o campagna italiana, il giorno del solstizio d’estate non è solo il più lungo dell’anno, in cui la quantità temporale di luce giornaliera fa invidia a tutti gli altri giorni. Il giorno solstizio d’estate è un passaggio fondamentale per la vita umana.
Tutti noi necessitiamo di traguardi da raggiungere, di step da superare, e il solstizio d’estate è uno di questi. È il giorno in cui si canta alla vita nuova, alla luce, al divertimento. È il giorno in cui si spera che da quel momento in avanti tutto sia più sereno, anche se fino a quell’istante non lo è stato. È una speranza, un buon proposito, un motivo per farsi coraggio ed affrontare il nuovo e l’inaspettato.
Pagano o cristiano che possa essere, il solstizio d’estate ha motivo di essere onorato.